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THE ROYAL 123 SUMMER
ISSUE EDITION
Protagonist
TREASURE ISLANDS della medina per realizzarvi, facendo arriva-
p. 1 re piante esotiche e rare da tutto il mondo, BASQUIAT, THE JAMES DEAN OF
un lussureggiante giardino tropicale che CONTEMPORARY ART
Nelle nostre isole private – le nostre magnifi- fosse un luogo di pace e di bellezza, e dove p. 12
che barche – regnano privacy e relax. Questi dipingere le sue opere. Nei giardini, nel 1931,
tesori sono quanto di più prezioso può sogna- Majorelle fece costruire dall’architetto Paul
re un armatore: lo splendore della bellezza, Sinoir anche una villa in stile art déco mo- Fascino sregolato, eleganza, seduzione: Ba-
l’inestimabile comfort e la scintillante avan- resco. Chiamata Villa Bou Saf Saf, ospitava squiat è stato un artista eccentrico, dalla car-
guardia tecnologica. al piano terra lo studio dell’artista e a quello riera intensa anche se breve, che ha segnato
Ora che, come scriveva William Shakespeare superiore i suoi alloggi; nel 1932 Majorelle la la vita di chiunque lo incontrasse. E ha lascia-
e come speriamo tutti quanti, «l’inverno del fece interamente dipingere di un colore di to il segno anche nell’arte contemporanea,
nostro scontento è diventato gloriosa estate», sua creazione: il “blu majorelle”, un blu inten- dalla Street Art a quella delle gallerie.
è davvero il momento di goderci il mare con lo so e luminoso tra l’oltremare e il cobalto. Francesco Bonfardeci
stile e il divertimento che solo la fantastica flot- Quando Saint Laurent e Bergé visitarono
ta Ferretti Group sa garantire. per la prima volta i Giardini Majorelle, nel Siete sulle montagne russe, avete appena
E a proposito di stile, la cover è meritatamente 1966, il loro creatore era morto da quattro ultimato la salita di una rampa altissima, av-
dedicata a un maestro di eleganza, il Principe anni, vittima di un incidente stradale in Fran- vertite in ogni centimetro del corpo un misto
Filippo di Edimburgo, e alla sua Regina, per cia, e i suoi giardini si stavano avviando sulla di euforia e timore, siete sul punto di scen-
sempre un esempio nella storia e nei nostri audacia senza precedenti. Eppure non sa- strada di un abbandono che non ne minava il dere a tutta velocità.
cuori. Vi emozioneranno anche le tante bar- rebbe sbagliato sostenere che dopo quel fascino, ma che addolorava profondamente Siete pronti? Inspirate profondamente e
che incredibili che troverete nelle prossime primo contatto col Marocco, avvenuto nello lo stilista e il suo compagno. E quando, nel trattenete il fiato oppure buttatelo fuori e
pagine, dal fantascientifico Wally WHY200 stesso anno in cui inaugurò la sua celebre 1980, i Giardini Majorelle rischiarono di es- urlate, se preferite, perché avete di fronte la
allo sfacciato e sfidante Pershing 6X, dai tre boutique sulla Rive Gauche, Yves Saint Lau- sere distrutti da un’operazione di specula- vita di Jean-Michel Basquiat. E una vita così
vari mozzafiato a Custom Line Navetta 37 Tel- rent fu un uomo nuovo, e un nuovo stilista. zione edilizia che prevedeva la costruzione va letta di corsa.
li, vera opera d’arte galleggiante. Per lui Parigi divenne sempre più il luogo del di un grande albergo su quel terreno, Saint Siamo a New York, alla fine degli anni Set-
Per la nautica, e in particolare per Ferretti lavoro, Marrakech quello della fuga, del re- Laurent e Bergé si rifiutarono di lasciarlo tanta. Il punk si sta spegnendo, l’hip-hop sta
Group, il 2021 è un crescendo formidabile di lax, occasionalmente anche dell’eccesso: accadere: decisero di acquistarli e di ri- sorgendo, Basquiat dorme dove capita e di-
successi e di gradimento. dove, coi capelli lunghi e un caftano addos- portarli all’antico splendore, rispettando e pinge dove capita, gira di notte con l’amico
Le nostre isole private sono sempre più de- so, vivere appieno gli Swinging Sixties e i più implementando la visione originale del loro Al Diaz e la sua firma – SAMO, same old shit
siderate e ricercate dagli armatori dei cin- turbolenti anni Settanta. creatore con l’aiuto dell’architetto di giardi- – riempie i muri della città.
que continenti. Ma, soprattutto, Marrakech fu per lo stilista ni americano Madison Cox, parte del clan Padre haitiano, madre di origine portorica-
Forse perché ci restituiscono quel senso di il luogo dove ricaricare la sua verve creativa Saint Laurent fin dagli anni Settanta e forse na, la grazia sul viso, l’inquietudine e l’arte
infinito e libertà che auguro a tutti voi di spe- abbeverandosi ai costumi e alle atmosfe- amante dello stilista, oltre che di Bergé. nella mente e nel cuore.
rimentare al più presto e per lungo tempo. re di un posto magico. Soprattutto, ai suoi Con i giardini, acquistarono anche la villa: ri- Al pari di Keith Haring è un talento precoce
Buona lettura! colori: «Il Marocco mi ha insegnato i colori» battezzata Villa Oasis, divenne la loro dimo- al servizio di un’arte illegale, il graffitismo.
dichiarò. I soldi non mancavano e Saint Lau- ra in Marocco e la loro casa del cuore. Basquiat è un seduttore: vede Andy Warhol
Avv. Alberto Galassi rent e Bergé, dopo aver trascorso diverse La cura degli arredi di Villa Oasis venne affi- fuori da un ristorante e lo convince a com-
CEO Ferretti Group settimane nel lussuoso hotel La Mamounia, data al designer d’interni francese Jacques prare una cartolina decorata con un suo di-
al termine di quel primo viaggio acquistaro- Grange, mentre l’architetto americano Bill segno. Poi tocca alla città intera.
no una casa nella medina: Dar el-Hanch, “la Willis si occupò di alcuni lavori di restauro. La Street Art decolla, lui sale a bordo e
THE MAJORELLE GARDEN: casa del serpente”. Yves Saint Laurent morì nel 2008, a soli 71 prende la cloche. Il suo nome comincia a
A BLUE OASIS Nel corso dei suoi soggiorni in Marocco, anni. Per sua volontà venne cremato e le muoversi su e giù per le streets e le avenues
p. 6 dove Saint Laurent si recava due volte sue ceneri furono sparse nel roseto all’in- di Manhattan. Il decennio più colorato del
all’anno per disegnare le nuove collezioni, la terno dei Giardini Majorelle, che ancora secolo è alle porte, Jean-Michel Basquiat è
coppia ospitava amici come Loulou de La oggi sono la sua tomba e ospitano un mau- un enfant prodige illuminato dalle mille luci
Falaise, Andy Warhol e Mick Jagger, e orga- soleo a lui dedicato. Bergé rimase l’unico della città che non dorme mai.
Vegetazione, architettura ed eleganza. nizzava grandi feste. Presto i due si resero proprietario dei giardini e nel 2017 si sposò Nella clessidra della sua vita la sabbia scor-
Quando si entra all’interno dei Giardini conto di aver bisogno di più spazio e nel 1974 proprio con quel Madison Cox che l’aveva re a velocità doppia. «Aveva odore di pelle,
Majorelle si viene investiti dalla bellezza. comprarono una seconda villa, più grande: aiutato a riportarli a nuova vita. Rimasto a pittura a olio, tabacco, marijuana e cocaina»
Ed è quanto è capitato anche a Yves Saint Dar Es Saada, “la casa della felicità”. sua volta vedovo di Bergé pochi mesi dopo racconta Suzanne Mallouk, fidanzata e ami-
Laurent negli anni Sessanta. Un cambio di Dar Es Saada sorge vicino a un luogo di cui il loro matrimonio, Cox è divenuto il presi- ca dell’artista newyorchese.
prospettiva e di vita. Saint Laurent si era perdutamente inna- dente della Fondation Pierre Bergé-Yves «Uso le parole come fossero pennellate», di-
Federico Gironi morato nel corso di quel primo viaggio in Saint Laurent e il direttore dei Musei Saint ceva Basquiat e le parole fanno parte della
Marocco e che per lui fu una costante fonte Laurent di Parigi e di Marrakech. I Giardini sua arte, insieme a mille altre cose.
La prima volta che visitò Marrakech fu nel feb- d’ispirazione: i Giardini Majorelle. Majorelle (e Villa Oasis, che sorge su una Slogan, segni, scritte, immagini, scheletri e
braio del 1966, insieme al compagno e braccio Facciamo un passo indietro. Nel 1919 era via ribattezzata, nel 2010, Rue Yves Saint teschi, energia, contaminazione, un univer-
destro di una vita, Pierre Bergé. Tra lui – tra loro stato un altro francese a innamorarsi di Laurent) sono oggi di proprietà della fon- so pop e tormentato, la lezione dei grandi e
– e quella città fu amore a prima vista. Marrakech: un pittore orientalista di nome dazione, e rimangono aperti ai visitatori di l’affermazione dei valori della cultura afro-
Nel ’66 Yves Saint Laurent era già Yves Jacques Majorelle, figlio del noto ebanista e tutto il mondo. E quello che un tempo era americana, l’Art Brut e la televisione, figure
Saint Laurent, l’allievo ed erede di Christian designer Louis. stato l’atelier di Jacques Majorelle è diven- apparentemente infantili e mostri, leggende
Dior che nel 1962 aveva fondato, con Ber- Jacques, oltre a dipingere, era un grande tato un museo che ospita la collezione per- e fumetti. Lui definiva “analfabetismo arti-
gé, la maison che porta il suo nome e che appassionato di botanica e nel 1922 acqui- sonale d’arte berbera di Yves Saint Laurent stico” il suo stile, i critici parlano di neo-e-
rivoluzionò il mondo della moda con stile e stò un palmeto di 8000 mq a nord-ovest e Pierre Bergé. spressionismo, ma a Basquiat i giudizi non
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